
I prezzi dei libri di testo per le scuole superiori continuano a crescere, mettendo in difficoltà le famiglie italiane. Prendendo ad esempio i licei (senza considerare il costo dei dizionari), per il primo anno del classico si può arrivare a 390 euro e per il primo scientifico a circa 410 euro. Gli importi salgono ulteriormente nelle quinte classi: allo scientifico si toccano i 470 euro, mentre al classico si supera la soglia dei 540 euro.
Cifre che superano ampiamente i tetti di spesa fissati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, pari a 341 euro per il primo anno del classico, 389 per l’ultimo, 326 per il primo scientifico e 316 per il quinto anno.
Va leggermente meglio alle medie: a fronte di una spesa reale media di circa 200 euro, il tetto è fissato a 299 euro per la prima classe e a 134 euro per la terza.
Per l’anno scolastico 2025/2026, i tetti sono stati rivalutati dell’1,8%, con un incremento massimo consentito passato dal 10% al 15% rispetto ai limiti del 2012, a condizione che l’adozione riguardi libri in formato digitale o misto. In effetti, oggi le scuole adottano quasi sempre testi in queste versioni, rendendo quindi più facile l’applicazione della deroga. Ma anche con queste eccezioni, il costo dei libri resta elevato.
Le famiglie con ISEE basso possono accedere a borse di studio o buoni libro, ma ciò non cambia il fatto che ogni anno il problema si ripresenta. L’editoria scolastica in Italia muove un mercato da circa un miliardo di euro, caratterizzato da edizioni rinnovate frequentemente (anche con modifiche minime), presenza di pochi grandi editori e scarsa diffusione di modalità alternative come il noleggio o il comodato d’uso.
Il ministero prevede la possibilità di segnalare il superamento dei tetti, ma questo strumento si è rivelato poco efficace per contenere i prezzi. Una possibile soluzione potrebbe essere la stabilizzazione dell’adozione dei testi scolastici nel tempo, per evitare continui cambi che ricadono sui bilanci delle famiglie.
Ufficio Stampa ACP – 25 settembre 2025