
Dal 1° luglio 2025 sono entrate in vigore le nuove bollette di luce e gas, introdotte da Arera con l’obiettivo dichiarato di aumentare chiarezza e trasparenza per i consumatori. Le novità principali riguardano il frontespizio standardizzato, che riassume le informazioni essenziali (importo, contratto, scadenze), e lo “scontrino dell’energia”, che dettaglia la composizione del prezzo: quota fissa, quota potenza e quota consumi, con l’aggiunta di IVA, accise e oneri accessori.
Un miglioramento importante è il ripristino del prezzo medio dell’energia e del gas, utile per confrontare le tariffe. Si tratta di un’informazione che in passato era stata rimossa su pressione dei grandi operatori, poco inclini a una reale comparabilità tra offerte. Ora torna a essere un riferimento immediato per capire quanto si paga davvero.
Tuttavia, molti problemi strutturali rimangono irrisolti. L’analisi condotta da Paolo Graziano, responsabile utenze di ACP, evidenzia diverse criticità: i codici POD e PDR, fondamentali per qualunque procedura legata alla fornitura, continuano a essere scritti in caratteri minuscoli e spesso con colori poco visibili. Nessuna norma ne impone una reale evidenza grafica, rendendoli di fatto introvabili, specialmente in copia.
Anche il box dedicato all’offerta commerciale presenta limiti rilevanti: viene indicata la data di attivazione, ma non la scadenza, nonostante la maggior parte delle offerte abbia durata annuale. Infine, mancano indicazioni chiare su prezzo al kilowattora e al metro cubo, elementi che l’utente dovrebbe trovare subito, senza dover decifrare righe e righe di dati tecnici.
Il risultato, al netto del maquillage grafico, è che la nuova bolletta continua a essere un documento di difficile lettura per l’utente medio. Anziché rendere evidenti le informazioni essenziali e tagliare quelle superflue, si è scelta ancora una volta la strada del compromesso. Ed è proprio questo il punto: serviva una riforma radicale, non un altro restyling di facciata.
Ufficio Stampa ACP – 19 luglio 2025