Presa elettrica, lampadina e banconote: simbolo del costo crescente dell’energia

Le bollette di luce e gas degli italiani si confermano al di sopra della media europea, precedute solo da quelle dei tedeschi. Il problema dei costi energetici resta dunque una delle principali criticità per i cittadini. La conferma arriva dai dati 2024 su elettricità, gas, acqua, rifiuti e teleriscaldamento, illustrati da Arera – l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente – nel corso della presentazione in Parlamento della Relazione annuale.

Durante l’evento, a cui ha partecipato anche una delegazione di ACP, il presidente dell’Authority Stefano Besseghini ha spiegato che viviamo un periodo “caratterizzato ancora da molte incertezze. Il mondo sta vedendo una evoluzione molto discontinua e molto complicata anche per il settore energetico, in termini di approvvigionamenti e di costi, che si mantengono a livelli significativi, ma soprattutto con ancora una grande variabilità”.

Il focus sull’Italia fa emergere che, una volta esauriti gli effetti degli interventi governativi a sostegno delle famiglie per compensare i rincari del 2022, è riemerso in pieno il divario strutturale rispetto agli altri Paesi. A pesare in modo rilevante è il carico fiscale. In ogni caso, ha sottolineato Arera, resta necessario l’impegno per una transizione verso assetti di produzione e consumo sostenibili.

Il commento ACP

Gavino Sanna, presidente di Associazione Consumatori ACP, commenta così i dati resi pubblici:
“È positivo che l’Autorità riconosca finalmente la realtà dei fatti: le bollette degli italiani sono tra le più alte d’Europa. Ma non basta prenderne atto. Da anni, si scaricano sui cittadini i costi di una transizione ecologica sempre più ideologica e distante dalla realtà sociale del Paese, mentre il carico fiscale resta invariato e le disuguaglianze aumentano.

A questo si somma il fallimento del mercato libero, presentato per anni come la soluzione a tutti i mali. I vantaggi promessi non si sono mai visti: il cittadino paga di più, ha meno tutele e viene travolto da offerte poco trasparenti e pratiche commerciali aggressive. Se la concorrenza ha portato benefici, certamente non li hanno visti i consumatori.”

Ufficio Stampa ACP –  1° luglio 2025