A marzo secondo i dati ISTAT l’inflazione, l’indice che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di prodotti (paniere) rappresentativo di tutti i beni e servizi destinati al consumo finale delle famiglie, acquistabili sul mercato attraverso transazioni monetarie, torna a salire portandosi all’1,3% su base annua, rispetto allo 0,8% del mese precedente. Secondo le stime preliminari, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1% su base mensile.
I beni energetici ed il trasporto
Un incremento attribuibile tendenzialmente ai prezzi crescenti dei beni energetici non regolamentati (da -17,2% a -10,3%), come i carburanti per gli autoveicoli, i lubrificanti, la ricarica elettrica per auto, i combustibili per uso domestico, l’energia elettrica ed il gas di città e naturale mercato libero. In misura minore anche all’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi al trasporto (+4,4% da +3,8%), per effetto soprattutto delle dinamiche dei prezzi del trasporto aereo passeggeri e di quelli del trasporto passeggeri su rotaia. Anche l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, cresce passando da +2,3% a +2,4%.
Beni alimentari
Frena la dinamica tendenziale dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” (da +3,8% a +3,1%; +0,2% da febbraio), a causa del rallentamento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +4,4% a +2,6%), come la carne fresca, il pesce fresco, la frutta e la verdura fresca, mentre quelli dei beni alimentari lavorati restano stabili (a +3,4%), cioè di beni alimentari destinati al consumo finale che sono il risultato di un processo di trasformazione industriale (come, ad esempio, i succhi di frutta, gli insaccati, i prodotti surgelati). Diminuiscono i prezzi dei vegetali freschi o refrigerati, diversi dalle patate, e anche quelli di frutta fresca e refrigerata rallentano.
Maggiori informazioni sul sito Istat
Ufficio Stampa ACP – 30 aprile 2024