
Negli ultimi anni le truffe legate a finti investimenti online e a presunti servizi “cripto” sono diventate sempre più frequenti: siti e piattaforme cambiano nome e dominio rapidamente, e spesso si presentano con grafica “professionale” e consulenti molto persuasivi.
Anche gli sportelli Associazione Consumatori ACP registrano un aumento di segnalazioni su proposte di investimento online e cripto-servizi, con dinamiche ricorrenti: contatto improvviso, promessa di rendimenti elevati, pressione a versare e difficoltà a prelevare.
Questa guida ti aiuta a fare controlli semplici prima di versare anche solo piccole somme.
1) Verifica se l’operatore è autorizzato
Prima di tutto, controlla che chi ti propone l’investimento sia un soggetto autorizzato a operare verso risparmiatori italiani. Se non trovi riscontri chiari e verificabili, fermati.
2) Diffida dei rendimenti “garantiti”
Promesse come “guadagni certi”, “rischio zero”, “profitto fisso mensile” sono un segnale tipico di iniziative abusive. Un investimento reale può avere risultati positivi o negativi: la certezza assoluta, di norma, è un campanello d’allarme.
3) Attenzione al contatto “in uscita”
Se la proposta arriva tramite social, chat, WhatsApp/Telegram o telefonate a freddo, considera il rischio elevato. Molte campagne abusive puntano proprio su contatti diretti e pressione psicologica.
4) Controlla che l’offerta abbia documentazione coerente
Un’offerta seria è accompagnata da informazioni complete e comprensibili: chi è il soggetto che offre il servizio, dove ha sede, quali sono costi, rischi, modalità operative, tempi e condizioni. Se trovi solo slogan e promesse, o documenti vaghi e contraddittori, fermati.
5) Non installare software di controllo remoto
Se il “consulente” ti chiede di installare programmi per “aiutarti a fare l’operazione”, è un segnale di rischio molto alto. L’accesso remoto può essere usato per spingerti a fare bonifici, acquisire codici o controllare il dispositivo.
6) Se per prelevare ti chiedono altri soldi, non pagare
Una dinamica frequente è questa: provi a prelevare e ti chiedono ulteriori pagamenti (“tasse”, “sblocco”, “commissioni”, “verifica”, “assicurazione”). Spesso è una trappola a tappe: paghi per recuperare, ma il recupero non arriva.
7) Osserva come ti fanno pagare e a chi
Pagamenti verso conti esteri non coerenti, intestazioni che non c’entrano con la piattaforma, ricariche o metodi poco tracciabili sono segnali tipici di attività abusive. Un operatore serio ha procedure trasparenti e intestazioni coerenti.
Tre segnali che bastano da soli per dire “no”
- Ti mettono fretta (“solo oggi”, “ultima finestra”, “se non versi perdi l’occasione”).
- Ti promettono rendimenti fuori mercato o “garantiti”.
- Non riesci a verificare in modo semplice chi sono, dove hanno sede e con quale titolo operano.
Se hai già versato: cosa fare subito
- Non inviare altro denaro per “sbloccare” o “recuperare”.
- Raccogli prove: chat, email, numeri, IBAN, ricevute, screenshot della piattaforma.
- Contatta subito la banca o l’istituto di pagamento per valutare blocchi, revoche o contestazioni delle operazioni.
- Valuta una segnalazione alle autorità competenti.
- Se non sai da dove partire, puoi chiedere supporto a Associazione Consumatori ACP tramite lo sportello.
Aggiornata al 5 dicembre 2025

